I protagonisti della versione cinematografica (da sinistra: Kristen Stewart e Robert Pattinson) |
Addentrandomi in questo dicorso non posso che sentirmi un po' "Donabbondiano", ossia tale e quale ad "un vaso di terra cotta, costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro"; questo poichè, tra le altre cose, vorrei distaccarmi dal clima d'isteria generale che pervade i fan più accaniti di cotanto capolavoro letterario (e non solo ragazzine/i sedicenni in piena esplosione ormonale, ragazze fisicamente e morbosamente attratte come calamite dal bel e lucente Cullen, ma anche signore e signori più attempati). Per il gruppo "mamme fan di Twilight" bisognerebbe proporre un'istanza all'ONU, sezione per i diritti umani, in modo che i figli possano, una volta giunti alla maggiore età, richiedere di cambiare genitrice.
Ci si chiederà come sia possibile non amare una storia d'amore così toccante, profonda e reale (aggettivo, utilizzato spesso dai fanatici twilightiani, terribilmente pertinente: chi di voi non ha mai conosciuto un biondino anemico con smaniate voglie per la carne al sangue della propria fidanzata? Mi sembra una situazione decisamente probabile!). Bè qualche motivo per non andare in brodo di giuggiole ogni volta che mi capiti di sentir parlare di questi libri l'avrei.
Dopo questa introduzione estremamente tecnica, atta prevalentemente a non gettare ex abrupto il già sconvolto lettore nella follia vampiresca in questione, addentriamoci nell'opera vera e propria.
La copertina del "libro" |
C'era una volta, tanto tempo fa.........no così non va bene, cambiamo incipit: in epoca contemporanea (comunque ventunesimo secolo, dubito che Bella potesse incontrare il Bello mentre lavorava nella resistenza francese...anche se ripensandoci forse lui era già nato...vabbè lasciamo stare) la giovane Isabella Swan, che la regina di Spagna ci perdoni, lascia la soleggiata Phoenix per trasferirsi nella piovosa cittadina di Forks (stato di Washington) in modo da poter vivere insieme col padre. Già qui cominciano a sorgere i paradossi: la madre della nostra eroina decide di cambiare la di lei residenza in modo da portarla a fare nuove conoscenze ed a modificare lo sfondo della sua vita. Ottima idea oserei dire: ci sono molte più possibilità di farsi nuovi amici in uno sperduto angolo boscoso, freddo e piovoso del Nord America, popolato unicamente da fauna locale, uomini lupi e succhiasangue i cui rapporti si trovano ad essere costantemente in bilico su una lama di coltello, stile guerra fredda del secondo novecento, piuttosto che in una popolosa e soleggiata metropoli al confine col Messico (certo in questa seconda dislocazione aumenterebbero le possibilità che la giovane venga irretita dalle idee di una qualche baby gang di colore, idee che la porterebbero ad abbracciarne la causa....sarebbe un fenomeno Michael Jackson al contrario povera Sig.na Swan!).
C'è anche da dire che, se la nostra Bella fosse rimasta a Phoenix, non avrebbe mai potuto incontrare il pallido-ai-limiti-dell'-effimero Edward, il quale con un solo raggio di sole ha l'incoveniente di trasformarsi in una palla al neon dell'Artemide, e quindi il romanzo non avrebbe mai potuto avere nè un avvio nè un proseguimento.....immaginate quale dramma!
Ordunque la nostra Isabella giunge a Forks presso il padre, con la egual dilagante allegria e felicità che poteva avere Maria Antonietta nel momento di salire al patibolo; le premesse non sono di certo buone e la nostra fatica ad inserirsi nella vita del nuovo paesino, del padre e della nuova scuola. Le giornate passano monotone e depresse (e tal decadenza psicologica viene sottolineata nella trasposizione cinematografica dalla mirabolante varietà espressiva e dalla superlativa abilità recitativa di Kristen Stewart), finchè....l'apparizione.
Un giorno, seduta al tavolo insieme ai suoi nuovi e tremendamente divertenti compagni (un romantico biondino che, spudoratamente, effettua arditissime e per nulla impacciate avances verso Bella, una simpatica ragazza con coda bionda, sorriso smagliante a 68 denti e irritante voglia di socializzare con chiunque e due brillanti pseudo giornalisti scolastici con evidenti ascendenti emo-orientali), fa il suo ingresso nell'edificio una strana famiglia: sono i Cullen, spiega sorriso-equino alla nostra amica, e sono tutti accomunati da un inquietante pallore marmoreo.
Lì per lì Isabella mostra solo un'educata curiosità ma, ad un certo punto, giunge lui (immaginatevi: musica drammatica, ingresso del Bello con andatura ondeggiante e frangia di capelli svolazzante, sguardo rossastro....ok per il bene della vostra digestione non vado oltre), Edward.
Avvenente, misterioso (?), bianco come il Mosè di Michelangelo, subito attira lo sguardo di Bella i cui ormoni principiano a ballare la samba ad altezza ombelico e ben più giù.
Ecco che la nostra si appresta ad effettuare manovre d'avvicinamento; tuttavia sembra proprio che a statua-di-marmo la povera Isabella vada a posizionarsi violentemente sul di lui apparato genitale: la evita, si nasconde e, allorquando lei gli si avvicina, toccandolo e percependone l'intenso freddo artico, scosso da un brivido, scappa dalla classe.
Povera ragazza, decisamente non sei il suo tipo..........invece no, la nostra persevera.
Per un po' il bell'Edoardo non si fa vedere finchè, un giorno, salva la vita di Bella, frapponendosi tra lei ed una macchina, riducendo parte della lamina di quest ultima ad un barattolo di pelati schiacciato con il piede; al che Isabella si insospettisce (in effetti vedere qualcuno scazzottare con un'automobile in corsa e uscirne vincitore senza nemmeno un'unghia rotta è alquanto fuori dal comune) ed eccola precipitarsi nei più polverosi e nebulosi reparti dell'occulto.
Dopo un accurato studio basato su solide basi scientifiche, giunge finalmente alla conclusione. Il freddo intenso, il pallore, il farsi vedere solo quando il sole è coperto e la incredibile forza possono avere una sola spiegazione: anfetamine? No, vampirismo.
Un vampiro ben più valido, cinematograficamente parlando: Johnny Depp in "Dark Shadows" |
Ecco che incomincia la toccante storia d'amore. Una storia in cui lui prova una passione spropositata per lei ma non può toccarla per paura di divorarla come un filetto al sangue e in cui lei vuole solamente elargire la propria virtù al vampiresco fidanzato e farsi trasformare lei stessa in vampiressa. Da alcuni è stata definita "la storia d'amore del ventunesimo secolo".....a me par soltanto una storia d'amore del menga.
I due flirtano felicemente, passeggiano e si scambiano dolci effusioni (cercando di evitare che lui sgranocchi le rotule di lei.......e pensare che il padre di Bella è soltanto preoccupato per il fatto che Edward possa carpire la verginità della fanciulla; che quest ultima possa finire in pentola a pressione come niente non è nemmeno nei suoi incubi peggiori) e Edoardo, ad un certo punto, presenta la fidanzata alla sua famiglia di vampiri vegetariani (che, va detto, al momento dell'entrata in casa della fanciulla pensano seriamente di gettare alle ortiche l'insalata in via di preparazione e assaggiare le gustose Costolette-di-Bella-direttamente-a-domicilio-e-talmente-fresche-che-sgambettano).
Tutti accolgono la nuova venuta con affetto, eccetto la sorella bionda del nostro eroe, la quale prova un'antipatia endemica per la giovane umana.
In questa occasione Edward spiega anche il perchè non può mostrarsi alla luce del sole: quando i raggi colpiscono il suo corpo, esso si trasforma in uno sbrilluccicosissimo conglomerato di gemme Swarovski (d'effetto, è bello avere un marito che si illumina da mostrare agli amici a pranzo).
La vita sembra scorrere tranquilla ma qualcosa scuote l'idilliaca amorosa situazione: un clan di vampiri (ancora decisamente carnivori ed impegnata in battute di caccia-al-gustoso-umano proprio nella regione di Forks) viene a trovare i Cullen proprio mentre sono impegnati in una partita di Baseball supersonico, correndo come dei Cavalieri Jedi con un peperoncino sito in zona rettale, in compagnia di Isabella.
La sorella "Sibilla Cumana".... ora provate a dire che non è, quantomeno, gradevole! |
Tuttavia i Cullen non sono tranquilli e decidono di nascondere la nostra amica, cercando allo stesso modo di depistare il vampiro-da-trifola dalle sue tracce, frustra.
Ovviamente il buonsenso suggerirebbe di andare ovunque tranne che lì e invece la geniale protagonista cosa fa? Ci si tuffa a capofitto, senza nemmeno avvertire il suo bello e riducendosi ad un pacchetto di grissini pestato sotto un gomito prima che lui arrivi e le salvi le natiche facendo in mille pezzi il capelluto metallaro di cui sopra (e succhiando il veleno iniettato dallo stesso nel corpo di quella sagoma di Isabella).
Come si suol dire, tutto è bene quel che finisce bene: dopo un breve periodo di degenza in pronto soccorso la nostra eroina viene dimessa, giusto in tempo per recarsi (impacchettata nel gesso come un insaccato) al ballo della scuola col bel luccicante fidanzato.
Raffigurazione, basata su solide basi scientifiche, di Isabella Marie Swan |
Però.......la parola "Fine" non può ancora essere scritta (purtroppo): la comagna dello smembrato vampiro-da-trifola osserva i due piccioncini stringendo lo sguardo e desiderando vendetta. Nessuno può spezzettare come un lego il di lei amore senza incorrere nella sua funesta ira!
Nella seconda parte si raggiungono inimmaginabili livelli di follia e vengono introdotti dei nuovi amici, ossia il gruppo che da sempre è nemico dei succhiatori: i lupululì lupululà!
Preparatevi ad una nuova, incommensurabile carrellata di vaccate!
A presto con la parte 2.
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