Riprendiamo ordunque la stesura del "papiro d'opinioni" sul film "Lo Hobbit - Un Viaggio Inaspettato" ("The Hobbit - An Unexpected Journey"). Se il lettore non avesse letto la prima parte, questa può essere recuperata qui.
La scena del "Bianco Consiglio" |
Galadriel, Dama della Luce ("Galad" in elfico significa appunto "luce") |
Tuttavia la cronologia degli eventi partorita dalla altissima mente del Professore di Oxford viene nuovamente modificata.
Questo frangente altro non è se non una seduta del "Bianco Consiglio", organismo formato dalle massime personalità della casata elfica e dagli Istàri, ossia i cinque stregoni giunti dall'Ovest circa mille anni dopo la fine della seconda era che termina nell'anno 3441 con la sconfitta di Sauron da parte di Elendil, Isildur e Gil-galad (cfr. Appendice B, "Il Calcolo degli anni" in coda a "Il Signore degli Anelli").
In realtà la scoperta dell'identità del Negromante di Dol Guldur (Sauron in persona) avviene novantun'anni prima (2850, terza era) del viaggio di Bilbo con i tredici nani (2941, terza era) ed è Gandalf stesso, recandosi nella fortezza di Bosco Atro e ricevendo colà da Thráin la mappa e la chiave di Erebor, a smascherare l'Oscuro Signore. L'interpretazione del regista neozelandese, pur non rispettando appieno l'epica tolkeniana, funziona ottimamente. Molto ben reso, in particolare, è lo scetticismo di Saruman, il quale non vuol credere che il temuto grande male si sia effettivamente ridestato nella Terra di Mezzo. Se si va a spulciare la cronologia de "Il Signore degli Anelli", si può notare come il Capo dell'ordine degli Stregoni abbia rifiutato di attaccare Dol Guldur fin dalla prima convocazione del Bianco Consiglio (2851, terza era) salvo poi cedere alle pressioni di Gandalf e acconsentire, nell'anno 2941 della Terza Era. La spiegazione di questo comportamento può essere rintracciata sempre nella cronologia di cui sopra. Nella nota (a piè di pagina) dell'anno 2851 della terza era si può leggere: "Più tardi si comprese che Saruman incominciò a desiderare proprio allora di possedere per sè l'Unico Anello; egli sperava che il potere dell'Anello si sarebbe rivelato da sè, quasi cercando il suo padrone, se Sauron fosse stato lasciato in pace per qualche tempo". Nella descrizione dello stesso anno invece si legge: "Saruman incomincia a compiere ricerche in prossimità di Campo Gaggiolo" (dove Isildur era stato ucciso dagli orchi dopo la sconfitta di Sauron e dove aveva perduto l'Anello). Ancora, la nota dell'anno 2939 recita: "Saruman scopre che i servitori di Sauron stanno ispezionando l'Anduin nei pressi di Campo Gaggiolo e che Sauron è quindi al corrente della fine di Isildur. E' preoccupato ma non dice nulla al consiglio". Infine, all'anno 2941 della terza era trovasi scritto: [...] Saruman acconsente all'attacco contro Dol Guldur, poichè ora vuole impedire a Sauron di cercare nel Fiume" (per tutto il materiale appena citato cfr. Appendice B, "Il Calcolo degli anni" in coda a "Il Signore degli Anelli"). Si può quindi ben motivare l'atteggiamento del futuro traditore durante lo scambio di vedute a Imladris. Voglia il lettore perdonare la lunghezza di questo punto ma i dettagli ricordati non potevano non venir citati, al fine di contestualizzare puntualmente la
scelta registica.
Dopo un dialogo tra Gandalf e Galadriel (invenzione Jacksoniana), la compagnia dei tredici nani e Bilbo partono alla volta delle montagne, senza Gandalf (che nel libro invece li accompagna immediatamente e non appare magicamente in seguito per salvarli, come invece accade nella trasposizione cinematografica).
I giganti di pietra delle Montagne Nebbiose |
Si giunge ora ad un punto cardine tanto del film quanto di tutta l'epica tolkeniana. Durante una sosta all'interno di una grotta, Bilbo (che, pur avendo in animo di andarsene, viene dissuaso dagli eventi scatenatisi; frangente, questo, partorito dalla mente del regista) e i tredici nani vengono catturati dai Goblin e condotti al cospetto del loro re. Durante la marcia lo hobbit, lottando con un goblin, precipita in un burrone e viene separato dai nani (in realtà nel libro ciò avviene in un tunnel dopo la fuga dal cospetto del re di queste creature e la decollazione dello stesso da parte di Gandalf, abilmente celatosi al momento della cattura dei compagni).
Il nostro eroe, ridestatosi in una macchia di funghi umidi e mollicci, vede chi? Nientemeno che Gollum il quale, trascinando il goblin caduto nel crepaccio con Bilbo, perde un anello; nel testo, in verità, il figlio di Belladonnna Tuc rinviene l'Anello al buio mentre tasta il terreno cercando di orientarsi dopo essere stato separato da Thorin e soci e ben prima dell'incontro con Smeagol.
L'incontro tra Gollum e Bilbo |
"Doveva combattere. Doveva pugnalare quel pazzo, cavargli gli occhi, ucciderlo. Voleva ucciderlo. No, non era un combattimento leale. Egli era invisibile adesso. Gollum non aveva una spada. Gollum non aveva ancora realmente minacciato di ucciderlo, o cercato di farlo. Ed era infelice, solo e perduto. Un'improvvisa comprensione, una pietà mista a orrore, sgorgò nel cuore di Bilbo: rapida come un baleno gli si levò davanti la visione di infiniti, identici giorni, senza una luce o una speranza di miglioramento: pietra dura, pesce freddo, strisiciare e sussurrare. Tutti questi pensieri gli passarono davanti in una frazione di secondo. Egli tremò." (cfr. "Lo Hobbit", capitolo V, "Indovinelli nell'oscurità").
La medesima meravigliosa poesia posta in essere dalla maestria del Professore trova qui una davvero commovente (perdoni il lettore la ripetizione ma altro lemma non renderebbe egual giustizia) realizzazione grazie allo intensissimo scambio di sguardi tra il protagonista e Gollum (grandissima abilità viene palesata sia da parte di Martin Freeman che da parte di Andy Serkis, con l'ausilio di un impressionante lavoro in computer grafica). Gli occhi dello spettatore non possono che inumidirsi davanti a tanta grazia. Nitido torna alla mente il discorso di Gandalf a Frodo dentro Moria durante "La Compagnia dell'Anello": "Peccato? E' stata la pena che gli ha fermato la mano. Molti di quelli che vivono meritano la morte e molti di quelli che muoiono meritano la vita. [...] Il mio cuore mi dice che Gollum ha ancora una parte da recitare, nel bene o nel male, prima che la storia finisca. La pietà di Bilbo può decidere il destino di molti" (cit. dal film "La Compagnia dell'Anello").
Thorin Scudodiquercia, poco prima di scagliarsi su Azog |
La mappa di Thorin |
I nani, Gandalf e lo hobbit vengono infine salvati dalle Aquile delle Montagne Nebbiose e depositati sulla cima di una roccia a forma di testa d'orso (presumibilmente la Carroccia stessa); Thorin abbraccia Bilbo ringraziandolo per il coraggio dimostrato e rimangiandosi tutti i suoi precedenti dubbi circa l'adesione di costui alla spedizione. In verità, nel libro, i nani cambiano radicalmente la loro opinione sul povero hobbit, trattandolo con rispetto e nobiltà, ben più avanti (dopo gli eventi di Bosco Atro).
Nell'ultima scena del film i tredici viaggiatori, Gandalf e lo hobbit, dall'alto della rupe, spaziano lo sguardo su una immensa foresta e scorgono in lontananza l'eterea sagoma di Erebor, meta del loro viaggio.
Howard Shore |
Concludendo, chi vi scrive vuole nuovamente sottolineare che quanto espresso finora rappresenta solo una serie di opinioni umili e personalissime; non ha nessuna pretesa di essere considerato qualcosa di più elevato. Perdoni nuovamente il lettore la lunghezza e la tediosità dell'"articolo".
La curiosità ed il desiderio di ammirare le altre due pellicole si fanno sempre più pressanti; tutti attendiamo con ansia il seguito.
Peter Jackson non ha ancora terminato il suo lavoro; la magia ed il fascino della Terra di Mezzo, per fortuna, avvolgeranno ancora il grande ed il piccolo schermo.
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