Ritengo sia tanto importante quanto doveroso (e necessario) riportare un accorato appello di due grandi studiosi italiani (Roberto Esposito ed Ernesto Galli della Loggia) al fine di istituire un Ministero per la Cultura in Italia; una delle tante, troppe, mancanze del nostro meraviglioso paese.
Come già ricordato, in un mondo in cui sembrano contare solo le previsioni ed i piani economici, troppo spesso ci si dimentica delle nostre importanti e preziose radici. Se si desse il giusto e doveroso peso a tutte le meraviglie della nostra penisola (meraviglie che attirano milioni di turisti ogni anno), forse, e dico forse, anche la "dea economia" potrebbe ottenere ben più di "qualche" risultato positivo.
Invece, purtroppo, siamo afflitti da esempi recentissimi di lampante menefreghismo nei confronti della nostra cultura. Più recente fra tutti (del 25 gennaio 2013 le notizie al riguardo), la situazione del Colosseo (sì, quello di Roma, quel poco famoso e decisamente sconosciuto circo che nessuno fotografa quando si reca in visita nella Capitale) che sta letteralmente "cadendo a pezzi". A questo ultimo proposito vi rimando allo splendido articolo del mio illustre collega Alberto Gallo Stampino.
Preserviamo i tesori del nostro passato, non dimentichiamoci dei nostri altissimi predecessori.
"Historia magistra vitae", come diceva Cicerone; è vissuto quasi duemila anni fa ma il peso delle sue parole non è per niente vetusto.
Roberto Esposito |
FONTE: Ansa
"L'Italia è uno dei pochi Paesi d'Europa che non ha un Ministero della Cultura: noi ne proponiamo l'istituzione. Lo facciamo conoscendo bene, naturalmente, i motivi che fin qui l'hanno sconsigliato. Ma ci sembra che assai più importanti siano le ragioni che militano a suo favore. Una, prima di ogni altra. La crisi in cui è entrata l'Italia con l'inizio del XXI secolo non è (o non è solo) una crisi economica, politica, istituzionale, e quindi sociale. E' prima di tutto una crisi d'identità, e cioé in definitiva una crisi culturale. E' innanzi tutto venuto meno, infatti, quel fattore costitutivo di ogni identità personale e collettiva che é la consapevolezza di ciò che lega e, legando, tiene insieme cose differenti: nel nostro caso il legame, da un lato, tra il passato e il futuro possibile della nostra vicenda nazionale, e dall'altro quello tra le varie parti e le diverse, talora diversissime, vocazioni che storicamente hanno composto in un tutto unico tale vicenda.
Da tempo viviamo l'aspra congiuntura presente senza alcuna idea di fondo che possa conciliare le varie e drammatiche esigenze dell'oggi in una prospettiva d'insieme della storia nazionale. Anche perché abbiamo smarrito la consapevolezza della peculiarità di tale storia, una peculiarità altamente problematica, certo, ma pregna di inestimabili risorse intellettuali e pratiche. In un senso profondo non sappiamo più da dove veniamo e che cosa siamo. E perciò neppure dove dirigere il nostro cammino: l'arresto della crescita economica è anche questa paralisi della coscienza nazionale.
Ernesto Galli della Loggia |
Conosciamo bene, naturalmente, i due principali motivi che hanno finora impedito l'esistenza di un tale Ministero: e cioé il ricordo del Minculpop fascista da un lato, e il timore di una cultura di Stato (che poi nel nostro caso diverrebbe inevitabilmente una cultura di partito) dall'altro. Erano motivi validi 50, forse 30 anni fa: ma per quanto tempo e in quanti campi ancora dovremo stare fermi, per paura di muoverci? Chi ha una ragionevole fiducia nella democrazia italiana e nelle sue istituzioni, e nella pur confusa ma alla fine perspicua intelligenze delle cose dei suoi cittadini, non deve restare prigioniero inerte del passato: deve avere il coraggio di aprire già oggi una nuova fase nella storia del Paese".